Il trasloco assume diversi significati, nella vita di ognuno: può tradursi nella volontà di vivere nuove avventure in luoghi e con persone differenti rispetti a quelli che ci hanno visto crescere; può significare dare nuova linfa ai propri sogni o coltivarne di nuovi, letteralmente; può trasformarsi in una diversa ed emozionate evasione dalla propria comfort zone

Tutto ciò è un po’ quello che sta succedendo a noi abitanti di Matera Social Housing, dove – ormai da un anno – nuove esperienze quotidiane segnano lo scorrere della nostra permanenza presso le quattro corti – la blu, la rossa, la verde e la gialla – che animano Via Elisa Springer.

Sono Carlo, e a partire da questo articolo, racconterò come si svolge la vita di quartiere all’interno di un progetto di social housing e lo farò presentando le persone che, giorno dopo giorno, animano le nostre corti. (Qua un articolo su di me e sulla nascita di questo blog)

Il viaggio alla scoperta degli abitanti di Matera Social Housing inizia con Luigia Bonamassa, che noi abbiamo imparato subito a chiamare Gigia e che è divenuta uno dei punti di riferimento della nostra comunità. A Gigia ho fatto qualche domanda in un soleggiato pomeriggio di dicembre, per conoscerla meglio attraverso parole e immagini.

Luigia Bonamassa con la figlia davanti al murales realizzato insieme ai bambini e ai ragazzi del Matera Social Housing

Ciao Gigia, che piacere ospitare la tua storia sulle pagine del blog di Matera Social Housing! Raccontaci chi sei.

Mi chiamo Luigia, ma dai tempi del liceo quasi tutti mi chiamano Gigia, forse perché ho un aspetto che riporta all’ essere bambina.
Nonostante i miei 44 anni, un marito e tre figli, non smetto di sognare, studiare, creare e reinventare la mia vita. Chi mi conosce mi reputa una eterna sognatrice. Da bambina ho fortemente amato due cose: la natura e l’arte. Entrambe mi fanno sentire libera e felice.

Disegno, creo e invento da quando avevo 3 anni e ho compiuto studi artistici che per varie vicissitudini ho dovuto interrompere. Dopo aver raggiunto la maturità artistica ho tentato due volte la strada universitaria ma non è andata a buon fine. Ciononostante l’arte è stata da sempre protagonista e ho avuto la fortuna di fare dipinti su commissioni private, corsi di mosaico insieme ad una donna e artista, scenografie nei villaggi turistici e laboratori con i bambini.

Sogno di intraprendere un lavoro indipendente che abbia a che fare con l’arte e la creatività.

Cosa ha significato per te e la tua famiglia cambiare casa e approdare qui a Matera Social Housing?

Per me e la mia famiglia cambiare casa e approdare qui è stata una grande svolta, io la considero una vera e propria rinascita, da tutti i punti di vista. Stavamo cercando casa già da molto tempo, ma gli affitti erano troppo alti per il nostro budget. Dopo molte situazioni che non combaciavano con le nostre esigenze (troppo poco spazio, affitto troppo alto, nessuno spazio verde, troppo traffico per i bambini) c’eravamo quasi arresi. Poi una cara amica mi ha raccontato del bando del Matera Social Housing e dopo un breve confronto con mio marito abbiamo capito che forse avremmo dovuto tentare un’ultima volta. E finalmente siamo a casa!

Matera Social Housing, una foto dalla casa di Luigia Bonamassa

Cosa significa per te Social Housing?

Personalmente sono sempre stata una cittadina attiva, molto propensa a collaborare con i vicini per realizzare nuove attività utili alla comunità, ho lavorato anche molti anni all’interno di villaggi turistici coinvolgendone gli abitanti in eventi creativi e l’idea alla base del bando di ricreare un senso di vicinato più autentico, come quello che caratterizzava gli antichi rioni dei Sassi, mi ha affascinata fin da subito.

Quali sono le esperienze e le passioni che hai portato all’interno di questo progetto e come stanno andando le cose?

Le passioni che ho portato all’ interno dell’housing sociale sono le stesse che mi accompagnano da una vita: la natura e l’arte. Ho collaborato con il comitato dell’orto e ho realizzato un murales all’interno degli appartamenti comunitari in collaborazione con due bravissime maestre, Angelica e Donatella, e la numerosa partecipazione di bambini e ragazzi.

Mi ha riempito di gioia vedere tanto entusiasmo e soprattutto esser riuscita a fare insieme a loro un laboratorio ben organizzato: si tratta di un murales che esprime gioia attraverso i colori e la natura.

Hai in mente altre idee o progetti da realizzare per la comunità? Se sì, come potrebbero aiutarti i gestori e i tuoi stessi vicini?

Ho tante idee, sono un fiume in piena a volte, bisogna riflettere bene su quale progetto potrebbe essere interessante fare, soprattutto valutando i miei tempi.

Al momento sono impegnata in un altro progetto al di fuori del Matera Social Housing ma ciò non toglie che potrei ideare con la collaborazione di altri vicini dei nuovi laboratori che coinvolgano grandi e piccoli.

Quello che la vita e le mie esperienze mi hanno insegnato io le metterò volentieri a disposizione della comunità.

Di certo è fondamentale la disponibilità dei vicini e una stretta collaborazione anche da parte dei gestori perché l’unione fa la forza!

Pensi che i modelli di cooperazione e collaborazione adottati all’interno delle corti di Matera Social Housing possano in qualche modo essere esportati in altre aree della nostra città?

Io credo nella contagiosità: pur considerando i nostri limiti umani e del nostro territorio, ritengo che un buon progetto – se è funzionale e se chi lo porta avanti è pieno di entusiasmo – può arrivare ovunque e raggiungere tutti.

Alla base di un progetto, ci deve essere un buon pensiero e tanto cuore; tutto il resto si crea passo dopo passo. A tal proposito, una mentalità aperta e creativa può fare la differenza, perché spesso tra i nostri limiti vi sono una chiusura mentale e l’errata convinzione che tutto è destinato a restare così com’è. 

Magari non riusciremo a cambiare il mondo, ma le nostre corti possono essere un esempio di come, attraverso piccoli passi e tanta passione, si possono realizzare tante cose interessanti e utili per la comunità.

Cosa ami di più di questo complesso?

Essendo cresciuta immersa nella natura, correndo a piedi nudi e arrampicandomi sugli alberi, in poche parole libera, quello che cercavo per i miei figli era una situazione confortevole in cui anche loro potessero giocare spensieratamente senza il timore del traffico e di altri pericoli. E questo complesso è proprio perfetto da questo punto di vista perché i miei figli possono giocare tranquilli nelle corti facendo amicizia con i bambini delle altre famiglie.

Inoltre la zona è molto tranquilla e silenziosa e questo è molto rilassante, aspetto fondamentale sia per la mia professione di artista sia per garantire ai miei figli un modo per evadere il caos della città. 

Uno scorcio delle corti del Matera Social Housing

Di recente sei stata selezionata insieme ad altre 3 amiche per realizzare il Carro Trionfale della Madonna della Bruna. E’ la prima volta nella storia del carro, cosa significa per te?

Difficile spiegarlo a parole.Quando la mia amica Elena mi ha chiamato per chiedermi se avessi letto del bando io ero totalmente presa dallo sviluppo di un progetto che avrei voluto portare nelle scuole. Poi leggendolo, e leggendo più in particolare il passo del vangelo a cui avrebbe dovuto ispirarsi il carro, incentrato sulla figura di Maria, una donna appunto, è scattato qualcosa. L’essere stata selezionata insieme ad Elena, Annalisa e Laura, per me, che ad un certo punto della mia vita ho desiderato quasi scappare da Matera, suggella una profonda riconnessione con la mia terra e le mie origini. Ho scoperto tra le altre cose che alcuni miei antenati, Bonamassa Nunzio padre e figlio, hanno partecipato alla costruzione del carro nel 1886. 

Quando inizierete a costruire il carro?

Sabato 7 gennaio, alle ore 10:30, presso la Cattedrale di Matera ci sarà la presentazione pubblica dei bozzetti presentati dai vari artisti, tra cui il nostro.

Da quel momento io e le mie amiche ci trasferiremo alla fabbrica del carro, nel rione piccianello, per iniziare la costruzione che ci vedrà impegnate nei prossimi 6 mesi, affiancate dall’artigiano Peppino di Cuia.